Si avvicina il periodo delle ferie estive e noi abbiamo deciso di fare chiarezza sugli aspetti di base relativi alla maturazione e fruizione delle ferie, rispondendo alle domande più comuni che ci vengono rivolte da datori di lavoro e lavoratori.

Quante ferie si maturano in un anno?

Le ferie in Italia sono disciplinate dall’articolo 36 della Costituzione Italiana e dal Codice Civile. Un lavoratore, in media, in Italia, accumula in busta paga circa 2 giornate di ferie ogni mese.

Dunque, il numero minimo di giorni di ferie che un lavoratore matura in un anno è di quattro settimane, pari a 20 giorni lavorativi per chi lavora cinque giorni alla settimana. Due delle quattro, secondo la normativa, vanno fruite dal lavoratore consecutivamente, salvo casi particolari (come per lavori che hanno esigenze specifiche – ad es. lavori stagionali – o assenze prolungate da parte del lavoratore per malattia, maternità o servizio civile)

Questo numero di giorni può aumentare in base a quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) o da accordi individuali tra datore di lavoro e lavoratore.

Quando il lavoratore deve chiedere le ferie?

Le ferie devono essere richieste dal lavoratore in conformità con le modalità stabilite nel contratto di lavoro o nel regolamento aziendale. Solitamente, il lavoratore deve presentare una richiesta scritta con un preavviso adeguato, specificando le date desiderate. Tuttavia, il datore di lavoro ha il potere di approvare o rifiutare la richiesta, in base alle esigenze organizzative e produttive dell’azienda. Il rifiuto, però, deve avvenire solo per ragioni oggettive, per cui il datore di lavoro può dimostrare l’esistenza di esigenze produttive specifiche per l’azienda. Le ferie, infatti, costituiscono un diritto del lavoratore condizionato all’assenso, ma non all’arbitrio, del datore di lavoro. Quest’ultimo è tenuto a considerare le esigenze personali del dipendente, per favorirne la produttività e il benessere aziendale.

Il datore di lavoro può imporre un periodo di ferie al lavoratore?

Sì, il datore di lavoro può imporre un periodo di ferie al lavoratore, ma deve rispettare alcune condizioni. È necessario che tenga conto delle esigenze dell’azienda ma anche degli interessi del lavoratore. Ci sono periodi come la chiusura aziendale per ferie collettive (ad esempio, in agosto) in cui il datore di lavoro può obbligare i lavoratori a prendere le ferie.
Nonostante ciò, il datore deve necessariamente lasciare una restante parte delle ferie alla discrezionalità del lavoratore, che deve comunque richiederle entro i tempi stabiliti dal regolamento aziendale, ottenendo l’approvazione.

Le ferie sono liquidabili?

Le ferie non godute non sono liquidabili durante il rapporto di lavoro. Il lavoratore che non avrà goduto di tutte le ferie maturate in un anno, potrà cumularle con quelle dell’anno successivo ma non richiedere un importo monetario per la mancata fruizione. La logica è quella di incentivare il benessere del lavoratore che ha il diritto e il dovere di godere delle ferie a disposizione.

Tuttavia, al termine del rapporto di lavoro (per dimissioni, licenziamento o altro), le ferie non godute devono essere liquidate economicamente. L’importo, solitamente, è calcolato moltiplicando il numero di giorni di ferie residui per la retribuzione giornaliera del lavoratore.

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