Nel mercato del lavoro attuale, l’attenzione verso il benessere e la soddisfazione dei dipendenti è sempre più centrale. Un elemento chiave per attrarre e mantenere i migliori talenti è l’offerta di fringe benefit: vantaggi non monetari che le aziende forniscono ai propri dipendenti individualmente (differentemente dai servizi inclusi nei piani di welfare, offerti alla totalità dei dipendenti) e che offrono significativi vantaggi fiscali, sia per i lavoratori sia per le imprese.
Vediamo insieme cosa sono i fringe benefit, quali sono i vantaggi per i datori di lavoro, e quali novità sono state introdotte nel Disegno di Legge di Bilancio 2025.
Cosa Sono i Fringe Benefit
I fringe benefit, o benefici accessori, sono una serie di vantaggi che le aziende offrono ai singoli dipendenti in fase di contrattazione in aggiunta allo stipendio base. Il loro scopo è migliorare il benessere del dipendente e incentivarne la fidelizzazione. Secondo la normativa fiscale italiana, molti di questi fringe benefit sono soggetti a vantaggi fiscali, il che significa che possono essere esenti da imposte fino a determinate soglie.
Vantaggi per i Datori di Lavoro
Per le imprese, offrire fringe benefit rappresenta una strategia vincente sia in termini di gestione delle risorse umane sia di fiscalità. Le aziende che li offrono in modo strategico, infatti, possono:
- Attrarre e trattenere talenti
In un mercato del lavoro competitivo, la possibilità di offrire un pacchetto di benefit può fare la differenza nella capacità dell’azienda di attrarre e trattenere risorse qualificate. - Aumentare la Produttività e la Soddisfazione dei Dipendenti
I lavoratori che percepiscono che l’azienda si prende cura del loro benessere sono più motivati e soddisfatti, il che può tradursi in una maggiore produttività e in una riduzione dei tassi di turnover. - Ottenere vantaggi fiscali
Offrire fringe benefit permette alle imprese di sfruttare vantaggi fiscali: entro determinate soglie, infatti, i fringe benefit sono esenti da imposte, riducendo così il carico fiscale complessivo dell’azienda.
Fringe Benefit e esenzione fiscale
Uno degli aspetti più interessanti dei fringe benefit è proprio la loro esenzione fiscale. Attualmente, secondo la normativa italiana, alcune categorie di benefit non sono soggette a tassazione fino a un certo limite (per esempio, i buoni pasto elettronici fino a 8 euro al giorno). Inoltre, i buoni benzina, le polizze assicurative e altre forme di welfare aziendale possono essere dedotti fiscalmente, garantendo alle aziende un risparmio significativo.
Novità 2025: cosa cambia con il Disegno di Legge di Bilancio
Il Disegno di Legge di Bilancio 2025 conferma quanto già introdotto nel 2024.
La soglia di esenzione sui fringe benefit per il datore di lavoro è fissata a 1.000€ l’anno per tutti i lavoratori, a 2.000€ annui per i lavoratori con figli fiscalmente a carico.
Alcuni dei servizi che l’azienda può offrire, facendoli rientrare nei fringe benefit, sono:
- buoni pasto e buoni benzina;
- ricariche telefoniche;
- autovettura uso promiscuo;
- pagamento dell’affitto o degli interessi su mutuo ipotecario sulla prima casa.
Al contrario, non sono ascrivibili alla somma soggetta ad esenzione:
- assistenza sanitaria integrativa
- contributi versati alla previdenza complementare.
Questi ultimi, infatti, sono tutti servizi che fanno parte dei piani di welfare aziendali offerti alla totalità dei dipendenti e soggetti ad altro tipo di agevolazioni fiscali.
Tra le novità previste dal DDL ma non ancora confermate: un supporto sull’affitto ai neoassunti che si trasferiscono a 100km da casa e uno sgravio fiscale dal 10 al 5% per i premi di risultato dei lavoratori con figli a carico.
Modalità di attuazione dei benefit
Per attuare il beneficio, i datori di lavoro devono semplicemente informare le rappresentanze sindacali.
Per ottenere l’innalzamento della soglia a 2.000€, invece, sarà compito del lavoratore farne richiesta presentando il codice fiscale dei figli a carico.
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